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Emozioni a distanza




L'emergenza sanitaria ha costretto il mondo della scuola ad operare una vera e propria trasformazione digitale, che ha richiesto un cambiamento a tutti gli attori coinvolti in questo processo. La sfida di oggi potrebbe essere non tanto il portare a termine i programmi, quanto il mantenere saldi gli obiettivi che la scuola, quale luogo deputato all'educazione e alla crescita culturale, sociale e relazionale, si pone. Gli spunti di riflessione sono molteplici e con questo articolo non vogliamo ridurre la complessità del fenomeno, bensì puntare il riflettore su alcuni aspetti per noi rilevanti.

 

La situazione di emergenza che l'Italia, così come anche il resto del modo sta vivendo, sta provocando lo stravolgimento della nostra quotidianità; per esempio, nelle famiglie si assiste alla sospensione di attività lavorative e dell'attività didattica. La scuola italiana, che sta vivendo un momento del tutto eccezionale, si è dovuta confrontare con l'urgenza di attivare una modalità di didattica a distanza che andasse a sostituire in toto il modello scolastico in uso. Stiamo assistendo ad uno stravolgimento della didattica tradizionale che probabilmente non terminerà con il ritorno tra i banchi di scuola. Si sta scoprendo un uso della tecnologia non per sostituire l'altro, che fisicamente non posso più avere vicino, ma come mezzo per permettere di continuare ad avere l'altro vicino. Questa diversa modalità di fare didattica, all'interno di un percorso di apprendimento, modifica l'aspetto relazionale con probabili conseguenze anche sul processo stesso di apprendimento.


Come già affermava Jean Piaget, psicologo-filosofo-pedagogista, per uno sviluppo armonico della personalità di chi deve imparare è necessaria un’interazione fra cognizione e affettività, per lo stretto parallelismo che esiste nel pensiero umano tra il piano affettivo e intellettuale.

Per lungo tempo, invece, la tendenza dominante nel sistema di istruzione è stata quella di prediligere principi lineari e curriculari, ignorando la complessità degli esseri umani e la loro peculiarità. Ad oggi è dimostrato ed esplicitato quanto sia importante l’aspetto emotivo e affettivo nella comunicazione, nell'interazione sociale, nell'apprendimento scolastico; l’essere umano è una totalità di razionalità ed emotività e in quest’ottica, deve essere educato e deve imparare ad apprendere. Le emozioni, quindi, contribuiscono ai successi nell'apprendimento, all'interiorizzazione di conoscenze e significati, al miglioramento dell’esperienza personale del ragazzo che apprende e che trasferisce e applica nel proprio ambito professionale, i risultati di quanto appreso coinvolgendo le proprie risorse emotive.

In merito a questo, possiamo menzionare una recente intervista della Prof.ssa Daniela Lucangeli, Psicologa dello sviluppo, Prorettrice dell’Università di Padova, secondo la quale stiamo assistendo a un passaggio epocale in cui ci stiamo servendo della tecnologia non per sostituirsi a noi, ma come media perfetto per raggiungere l'altro. Nel caso specifico è la scuola che raggiunge il ragazzo e non il ragazzo che raggiunge la scuola e questo probabilmente consente di dare un significato diverso alla relazione studente - professore. Viene inoltre affrontato l'aspetto di come l'apprendimento passi, inevitabilmente, dal canale emotivo e che la vicinanza relazionale dimostrata in questo momento dai professori crei, quindi, una relazione in cui l’apprendimento è favorito ancor più che in presenza e di come questo possa poi essere un bagaglio che ragazzi e docenti si porteranno nella ripresa della scuola nella sua classica modalità.


Quello che l’esperta dice è molto confortante, ci dà l’idea che questa modalità di scuola funzioni bene, che sia per certi versi migliore di quella a cui tutti siamo abituati. Tuttavia, la nostra esperienza in qualità di psicologhe che si occupano di età evolutiva e che hanno a che fare con la didattica a distanza sotto diversi punti di vista, mette in luce diverse criticità.

Un aspetto da considerare è che, nonostante sia una modalità esistente e applicata in altri paesi, la didattica a distanza in Italia è stata una soluzione adottata in emergenza a cui nessuno, docenti e studenti, era preparato. Seppure le scuole si siano adoperate in fretta per offrire una formazione ai docenti e fornire gli opportuni dispositivi agli studenti sprovvisti, siamo ancora in una fase di rodaggio, e con il passare del tempo si potranno avere dei miglioramenti. Tuttavia, al momento, si riscontrano non poche criticità e una di queste riguarda, come accennato, la stretta relazione tra apprendimento e aspetti emotivi.

Tornando al pensiero di Piaget, esiste uno stretto parallelismo fra lo sviluppo dell’affettività e quello delle funzioni intellettuali poiché aspetti indissolubili di ogni azione: in ogni condotta, infatti, le motivazioni e il dinamismo energetico dipendono dall'affettività, mentre le tecniche e l’adeguamento dei mezzi impegnati costituiscono l’aspetto cognitivo.


Se adeguatamente valorizzate dalla didattica, le emozioni possono trasformarsi in risorsa, al pari del contenuto dell’azione formativa, perché lo studente non solo pensa ed elabora, ma “sente” e partecipa. Se il docente le mette in luce, inglobandole nella pianificazione di un intervento didattico, può farle diventare una leva formidabile per la didattica, contribuendo a uno sviluppo che tenga presenti, contemporaneamente e in maniera equilibrata, gli aspetti razionali, emozionali e cognitivi del ragazzo. La didattica, per essere efficace, deve includere la dimensione emozionale nei suoi processi, ponendo massima attenzione allo spazio interiore, alla valorizzazione di ogni forma di diversità e alla formazione di esseri umani completi in un clima di libera espressione. È fondamentale, pertanto, avere come obiettivo primario l’esistenza del ragazzo nella sua totalità comprendendo lo sviluppo sociale della persona, una dimensione fondamentale per lo sviluppo emotivo e le relazioni con gli altri.


È importante sottolineare come, far entrare le emozioni in classe, voglia dire creare un “contatto” tra insegnante e alunno e dar vita a un gruppo-classe. Quest’ultimo diventa un importante strumento per l’apprendimento poiché assume la funzione di sostegno emotivo, di contenimento dell’ansia e di aiuto per tollerare le frustrazioni legate all'apprendimento e alla valutazione.


Dalla nostra esperienza in merito alla didattica a distanza abbiamo potuto osservare come la componente relazionale ed emotiva sia fondamentale per spronare, incoraggiare, contenere e far riflettere i ragazzi in questa specifica fase della loro vita e della vita del paese. Tutto ciò però non nasce dal nulla o dalla semplice disponibilità del professore alle videolezioni e all'incontro, ma nasce da una relazione che già ha posto le sue basi in classe. I professori che pensavano solamente alla didattica, alle valutazioni, che incutevano timore e che non si occupavano di curare l’aspetto relazionale ed emotivo, continuano a farlo anche in questa modalità. Altri docenti invece, spaventati da questo mezzo e dallo scarso controllo che hanno della classe, hanno completamente rinunciato alla relazione, diventando erogatori di compiti. La disponibilità ad usare il mezzo, a tenere delle lezioni utilizzando la tecnologia come veicolo per raggiungere il ragazzo, non è di per sé indice di attenzione all'alunno; come afferma la stessa Prof.ssa Lucangeli, alcuni professori stanno perdendo un’opportunità di scambio con i ragazzi. Le difficoltà a cui il docente va incontro sono molteplici: dall'uso dei dispositivi tecnologici e al dover rivoluzionare la propria modalità di fare didattica, alla gestione del proprio vissuto emotivo in relazione a questo evento e al come poter essere un adulto di riferimento. Affinché il docente possa essere messo in grado di essere una risorsa per i propri studenti, è fondamentale che questo abbia il sostegno da parte di tutto il sistema scolastico. Nella nostra esperienza alcuni docenti cercano uno spazio con noi per potersi confrontare, per capire se i loro tentativi stanno funzionando o semplicemente per condividere il loro vissuto di persona e non solo di docente.


È ovvio che, chi non è mai stato portato ad avere una vicinanza emotiva e un sincero interesse verso i propri studenti, non si servirà della tecnologia per farlo e di sicuro sta perdendo un’opportunità. Ciò che emerge da questa modalità di didattica è che, indipendentemente dalla materia, il ragazzo partecipa più volentieri a quegli incontri in cui il docente li tratta da persone oltre che da studenti, dove è lasciato uno spazio al confronto o semplicemente per dire “ragazzi, come state?” e ancora “ragazzi, mi mancate, spero di rivedervi presto!”.


La scuola è un importante luogo di formazione e crescita sociale e relazionale, ed è fondamentale che possa mantenere, anche nell'attuale modalità, tali obiettivi, portando di pari passo didattica e relazione, compiti ed attenzione allo studente, consegne e accoglienza della componente emotiva. Il concentrarsi solo sull'aspetto didattico potrebbe portare ad un allontanamento degli studenti, soprattutto per quanto riguarda quei ragazzi che mostrano diverse problematiche, non ultime proprio quelle emotive e relazionali.

Articolo a cura di Alessia Rossetti Alessia Ruggiero Sara Maugeri

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Bibliografia

Hilgard, E. R., Atkinson, R. e Atkinson, R. (1989). Psicologia. Corso introduttivo. Milano: Giunti.

Lucangeli, D. (2020). Il prof. ti viene a prendere attraverso la webcam. Consultato in data 8 Maggio 2020 all'indirizzo https://scuola24.ilsole24ore.com/art/scuola/2020-03-13/il-prof-ti-viene-prendere-attraverso-webcam-133022.php?uuid=ADK8C6C

Piaget, J. (1991). La nascita dell’intelligenza nel fanciullo. Firenze: Giunti e Barbera.

Stefanini, A. (2013). Le emozioni: patrimonio della persona e risorsa per la formazione. Milano: Franco Angeli.

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